Azienda e Analisi dei Costi

Nelle aziende si prendono le decisioni in relazione all‘esperienza, alle capacità, alle conoscenze individuali e specialistiche. Molto spesso e volentieri però anche sulla spinta di base data dell’emotività. Se i presupposti su cui si basano le decisioni aziendali sono scorretti, le conseguenze che ne derivano avranno un impatto negativo sulla redditività aziendale. Al fine di calmierare potenziali conseguenze negative, è assai importante implementare la particolare conoscenza delle dinamiche di costo e migliorare le metodologie di analisi. Una delle tecniche più utilizzate dalle aziende è la classica contabilità dei costi che quantifica e analizza in termini monetari le componenti negative di reddito. Si deve però fare attenzione al dato elaborato che pur essendo valido da un punto di vista tecnico e matematico pindurre in errori nel processo decisionale. L’analisi dei costi infatti deve essere utilizzata con attenzione a seconda degli obiettivi che ci si è proposti di ottenere. Ogni obiettivo informativo può essere raggiunto solamente utilizzando la corretta tecnica di analisi. La base della buona consulenza aziendale del commercialista parte proprio da questi presupposti.

La classificazione e analisi dei costi aziendali

Prima di procedere all’approfondimento delle tecniche di analisi, è utile soffermarsi su alcuni elementi di riflessione che ruotano attorno al concetto di costo.

  • Il costo è un’astrazione: non esiste un solo costo fisso e determinato che spieghi un determinato fenomeno, ma al contrario, ne esistono molti a seconda dei diversi obiettivi informativi che si vogliono raggiungere.
  • Il costo varia nel tempo e nello spazio: il costo varia nel tempo in quanto quello che si verifica oggi non è quasi mai uguale a quello che si verificherà domani. A titolo di esempio si pensi al costo di un prodotto che utilizza una materia prima il cui prezzo varia continuamente a seconda dell’andamento dei mercati.
  • Il costo si riferisce ad un determinato oggetto di osservazione: al fine di una determinazione corretta di un costo bisogna definire e delimitare chiaramente l’oggetto di osservazione che si vuole analizzare.
  • Il costo si determina sommando una serie di elementi: l’analista, quando determina un costo, deve scegliere quanti e quali elementi vuole prendere in considerazione. La scelta dei diversi fattori da considerare diventa rilevante al fine dell’utilizzo dell’informazione. Allo scopo di evitare di fornire un’informazione parziale l’analista può scegliere di elaborare un costo formato da diversi elementi; questa stratificazione con l’evidenziazione delle somme parziali è definita “configurazione di costo”.

Per analizzare i costi aziendali è quello di aver ben chiaro le diverse tipologie di costi.

I costi fissi e i costi variabili

I costi variabili sono quei costi che variano al variare delle quantità prodotte e vendute. Si differenziano dai costi fissi che rimangono immutati nel tempo. L’analisi dei costi fissi e variabili consente di determinare il punto di equilibrio al di sotto del quale si registra un’area di perdita e al di sopra del quale si registra un’area di utile. La difficoltà di questa analisi è quella di classificare correttamente i costi in fissi e variabili. Molti costi infatti, quale la manodopera, alcuni materiali, molte prestazioni di terzi hanno caratteristiche sia fisse che variabili.

I costi diretti e i costi indiretti

Si definiscono costi diretti i costi che possono essere imputati direttamente a fattori di produzione e presentano quindi una relazione diretta con i prodotti servizi o con le commesse. I costi indiretti invece, definiti anche costi comuni, presentano una relazione indiretta rispetto agli oggetti di osservazione (prodotti, servizi, commesse, centri di costo, eccetera).

Se si adotta la tecnica del Direct costing i costi indiretti vengono analizzati a parte se invece si usa la tecnica del full costing vengono utilizzati dei criteri di imputazione con lo scopo di imputare una quota parte dei costi indiretti agli oggetti di osservazione.

Costi preventivi e costi consuntivi

A seconda del momento della rilevazione dei costi si parla di costi consuntivi o di costi preventivi. I primi derivano dalla contabilizzazione puntuale delle voci di costo (manodopera, prestazioni di terzi, materiali, eccetera) in un determinato periodo. I costi preventivi invece vengono utilizzati in sede di budget per elaborare delle previsioni. Tra i costi preventivi si ricordano i costi standard che hanno una molteplicità di obiettivi quali fornire un parametro di riferimento, venire utilizzati per la fissazione dei prezzi, ecc.

Costi controllabili e costi non controllabili

Questa classificazione è importante in sede di attribuzione delle responsabilità ai diversi livelli aziendali. I costi non controllabili sono quelli non influenzabili dalle azioni e dalle decisioni dei responsabili delle aree in cui organizzativamente è stata suddivisa l’impresa. È importante sapere quali costi possono essere controllati dai centri di responsabilità economica. Questo si fa per poter attribuire le responsabilità e gli eventuali incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi. Ad esempio, al costo dell’energia che può essere controllato da un responsabile di reparto per quanto riguarda i consumi. Non certo per il valore che è legato all’andamento del mercato. Nel 2023 ad esempio, un incremento dei costi energetici può derivare da un’importante efficientamento dei consumi. Però può venire vanificato dall’incremento dei costi unitari dell’energia elettrica del gas.

I costi effettivi e i costi figurativi

I costi effettivi sono quelli determinati in modo puntuale dalla contabilità. Questi si contrappongono ai costi figurativi che vengono determinati sulla base dell’utilizzo di risorse che non comporta la rilevazione contabile di costi.

Si pensi al costo figurativo del titolare aziendale che non addebita il compenso da amministratore o lo addebita in misura ridotta. In questo caso la mancata imputazione di questo costo comporta la rilevazione di un costo contabile non corretto. E questo può essere sostituito da un costo figurativo (ad esempio il costo di una figura di pari professionalità). Un altro esempio è dato dagli oneri finanziari non rilevati a fronte di prestiti infruttiferi dei soci.

Il costo primo, il costo industriale e il costo complessivo

Il costo primo è dato dal costo delle materie prime, dalla manodopera e da altri costi diretti . Se aggiungiamo al costo primo quote di costi generali di produzione otteniamo il costo industriale. Aggiungendo quote di costi generali di amministrazione, di vendita, oltre ad oneri finanziari e tributari otteniamo il costo complessivo (full cost).

L’obiettivo della configurazione di costo è quello di rappresentare la formazione del costo evidenziando il contributo dei singoli elementi. Partendo da quest’analisi è possibile analizzare la ricerca del margine che le singole componenti di costo rilasciano all’impresa. Questo concetto viene espresso con un conto economico multimargine:

Il costo medio, il costo ultimo e il costo marginale

Il costo solitamente si riferisce ad un periodo di tempo e quindi in linea di principio è un costo medio.

Nel periodo però possono avvenire molte variazioni di costo. Quindi è importante conoscere anche l’andamento del costo nel tempo che assume una dinamica che può essere crescente oppure decrescente. Chi determina i prezzi del prodotto deve avere sempre le informazioni relative all’andamento del costo nel periodo. Ed in particolare conoscere il costo ultimo in modo da adeguare tempestivamente il listino prezzi.

Un altro importante costo è il costo marginale che si riferisce al costo che sostiene l’azienda per produrre un’unità aggiuntiva di prodotto o servizio. La corretta conoscenza di questo costo è importante per supportare decisioni aziendali. Ad esempio per valutare la convenienza a sostenere eventuali aumenti di produzione per soddisfare commesse improvvise l’utilizzo del costo marginale diventa fondamentale.

Conclusioni

La corretta conoscenza dei costi è importante per fornire le corrette informazioni di supporto al processo decisionale nella consulenza aziendale. Come si è visto, lo stesso fenomeno può essere letto da diverse angolazioni ognuna delle quali fornisce una lettura peculiare e particolare. La capacità dell’analista, oltre a quella di conoscere bene le tecniche di costruzione e di analisi dei costi, è anche quella di saper correttamente utilizzare le diverse metodologie a seconda dei diversi obiettivi informativi da soddisfare.